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27/10/2025
Il Papa: testimoniare amore e perdono in un mondo di prepotenza e violenze
Nel suo discorso a piĂą di tremila cavalieri e dame dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme

I cavalieri e le dame dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, in aula Paolo VI, per l'udienza con Papa Leone XIV   (@Vatican Media)















Il Papa: testimoniare amore e perdono in un mondo di prepotenza e violenze


Nel suo discorso a più di tremila cavalieri e dame dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, incontrati in Aula Paolo VI per il loro Giubileo, Leone XIV li ringrazia per l’aiuto alle comunità di Terra Santa, durante il Covid e la guerra, e per il ruolo di “presidio di fede” nei luoghi in cui Gesù è vissuto
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano



Il ringraziamento per “l’aiuto notevole” alle comunità della Terra Santa, attraverso il sostegno alle attività del Patriarcato latino di Gerusalemme, fondamentale durante il Covid “e nei giorni tragici della guerra”. L’invito a continuare ad essere “presidio di fede” per chi sosta presso la tomba di Cristo, nella “fiducia dell’attesa, nello zelo della carità e nello slancio gioioso della speranza”. Papa Leone XIV li rivolge ai 3600 cavalieri e dame dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, ricevuti in Aula Paolo VI al termine del loro pellegrinaggio giubilare.

LEGGI QUI IL DISCORSO INTEGRALE DI PAPA LEONE XIV

In Terra santa, sostenete una Chiesa di pietre vive
Dopo il saluto del Gran Maestro dell'Ordine, il cardinale Fernando Filoni, il Papa ricorda che la custodia del Sepolcro di Cristo, la cura dei pellegrini e il sostegno alla Chiesa di Gerusalemme sono all’origine della storia dell’istituzione. Un servizio che prosegue oggi verso tutti i cristiani residenti nei Luoghi Santi, sottolinea citando san Giovanni Paolo II, senza “chiasso” e “pubblicità”, e sostiene “il seminario, le scuole, le opere caritative e di assistenza, i progetti umanitari e formativi, l’Università, l’aiuto alle Chiese, con interventi particolari in momenti di maggiore crisi”.

In tutto questo voi mostrate che custodire il Sepolcro di Cristo non vuol dire semplicemente preservare un patrimonio storico-archeologico o artistico, pur importante, ma sostenere una Chiesa fatta di pietre vive, che attorno ad esso è nata e ancora oggi vive, come segno autentico di speranza pasquale.


I cavalieri e le dame dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, in aula Paolo VI, per l'udienza con Papa Leone XIV (@Vatican Media)

Testimoniate che il perdono vince sulla vendetta

E nel Giubileo a lei dedicato, Leone XIV guarda alla speranza stessa, con i cavalieri e le dame del Santo Sepolcro, sottolineandone tre dimensioni. La prima è l’ “attesa fiduciosa” di chi sosta presso il Sepolcro del Signore e rinnova la fede nel Dio “che mantiene la sue promesse”.

In un mondo in cui la prepotenza e la violenza sembrano prevalere sulla carità, voi siete chiamati a testimoniare che la vita vince la morte, che l’amore vince l’odio, che il perdono vince sulla vendetta, e che la misericordia e la grazia vincono sul peccato.

Per continuare i vostro “presidio di fede” nei Luoghi santi, è l’invito del Pontefice alle dame a ai cavalieri, nutrite il cuore “con un’intensa vita sacramentale, con l’ascolto e la meditazione della Parola di Dio, con la preghiera personale e liturgica, con la formazione spirituale, tanto curata nell’Ordine”.

Il servizio per chi rischia di “essere travolto da drammi terribili”

Seconda dimensione della speranza, per il Papa, è “il volto del servizio”, quello delle donne che vanno al Sepolcro per ungere il corpo di Gesù, che l’Ordine prosegue “sulla scia dell’antica tradizione di assistenza”.

In quante occasioni, grazie al vostro operato, si riapre uno spiraglio di luce per persone, famiglie, comunità intere, che rischiano di essere travolte da drammi terribili, ad ogni livello, in particolare nei luoghi in cui Gesù è vissuto.



il discorso del Papa (@Vatican Media)

Guardare alla meta, la piena comunione con Dio

La terza dimensione, infine, è quella che porta a “guardare alla meta”, come Pietro e Giovanni che corrono verso il Sepolcro, il mattino di Pasqua. Meta che è l’incontro col Signore, come per il pellegrinaggio, alla ricerca “del senso ultimo della vita”. Essere qui, chiarisce Leone XIV, non è un punto di arrivo, ma una tappa verso la meta definitiva, “la piena ed eterna comunione con Dio in Paradiso”.

Fatene anche una testimonianza per i fratelli e le sorelle che incontrerete: un invito a vivere le cose di questo mondo con la libertà e la gioia di chi sa di essere in cammino verso l’orizzonte infinito dell’eternità.

Nell’affidare ancora all’Ordine del Santo Sepolcro, a nome della Chiesa il compito di essere custodi del Sepolcro di Cristo, il Pontefice cita l’invito di Sant’Agostino ai cristiani del suo tempo: “Avanza, avanza nel bene. Non uscire di strada, non volgerti indietro, non fermarti!”.


Il saluto del Papa ad una famiglia di membri dell'Ordine (@Vatican Media)

Autore: vaticannews.va